Alta l’adesione allo sciopero dei Giudici di Pace.
Il 94% hanno aderito allo sciopero proclamato per difendere la dignità della categoria e per chiedere la fine del precariato e maggiori tutele previdenziali.
Dei 2.846 magistrati onorari, 2.675 partecipano allo sciopero, con gravi sacrifici economici e con dichiarazioni di astensione, presenti comunque in udienze penali per non gravare le cancellerie con il personale ridotto all’osso.
Si sono toccate anche punte del 100% in alcuni uffici, raggiungendo pertanto un traguardo insperato che solo nel 2007 era stato raggiunto. Indubbiamente un risultato così forte è segno non solo della grande mobilitazione creatasi per organizzare alla perfezione lo sciopero, ma anche frutto dello stato di frustrazione e insicurezza che si è determinato nell’intera categoria, a seguito di un insostenibile disinteresse del ministero di giustizia, che evita incontri e confronti. La preoccupazione generale prende anche le mosse dall’ormai indefettibile riforma di tutta la cosiddetta magistratura onoraria che a giorni dovrà mobilitarsi per giudicare anche, come se non bastasse, del reato di clandestinità.
Nell’aprile 2010 , ottocento giudici termineranno il loro rapporto di collaborazione e nel contempo si raddoppia la competenza civile per valore e si attribuiscono in penale altri reati?
“La stampa nazionale, le radio e le tv, contrariamente a quando avvenuto nel 2007, in occasione dello sciopero contro il disegno di legge Scotti, che tra l’altro intendeva portare i gdp sotto la direzione del Tribunale, si sono accorti del nostro sciopero e ne hanno dato notizia, a volte anche con interviste in trasmissioni molto seguite, cui ho personalmente partecipato (lunedì 13 Istruzioni per l’uso, martedì 14 Uno Mattina)”, riferisce Francesco Cersosimo presidente dell’Associazione nazionale giudici di pace.
L’attuale sistema, assurdo e indegno, prevede quarantacinque giorni di ferie legali, non pagate; tutte le forze politiche sono consapevoli della situazione armai allo sbando, ma la soluzione non arriva e il problema viene procrastinato.
Vani sono stati tutti i tentativi portati avanti dalla svariate forze politiche. Hanno iniziato gli onorevoli Marinello e Pelino, che hanno presentato emendamenti e ordini del giorno e poi Vitali e Taglialatela del Pdl, per continuare con i 57 deputati della Lega che con un’interrogazione a risposta immediata hanno incalzato il governo (per la verità la risposta dell’on. Vito è stata molto interlocutoria), per proseguire con l’on Vietti dell’Udc e Tenaglia del Pd. Il collasso è attuale, la soluzione del problema è a portata di mano.
Basterebbe porre mani a principi irrinunciabili in uno stato di diritto ponendo tra l’altro fine al precariato.
[...] nel mese di luglio si era tenuto lo sciopero per sei giorni, e così si profila alle porte un nuovo preannunciato sciopero contro la legge sul reato di [...]