COMUNICATO STAMPA
I GIUDICI PACE IN SCIOPERO PER DUE SETTIMANE
DAL 21 NOVEMBRE AL 2 DICEMBRE
A CAUSA DELLE ESTEMPORANEE INIZIATIVE E GRAVI INADEMPIENZE DELL’EX MINISTRO NITTO PALMA CHE PRODURRANNO DANNI IRREVERSIBILI ALL’ERARIO ED ALL’EFFICIENZA DELLA GIUSTIZIA
1. Malgrado il Consiglio d’Europa e il Parlamento Italiano, con raccomandazioni ed ordini del giorno vincolanti, abbiano sollecitato il Ministro della Giustizia ed il Governo a provvedere con urgenza alla stabilizzazione dei magistrati di pace in servizio (continuità del servizio e tutela previdenziale), nulla è stato ancora avviato.
2. Al contrario il Ministro Nitto Palma, contravvenendo alla delega ricevuta dal Parlamento di riduzione delle sedi del Giudice di Pace e di contenimento dei costi della Giustizia, ha avviato le procedure concorsuali per la copertura di 4.700 posti e la nomina di oltre 3.000 nuovi giudici di pace destinati alle sopprimende sedi, mediante un atto politico (pubblicazione della revisione delle piante organiche) che determinerà, da un lato, ingenti ed irragionevoli costi per l’Erario, d’altra parte, l’accesso nella Giustizia di Pace di nuovi magistrati precari selezionati secondo criteri oramai superati, a grave nocumento dell’efficienza e professionalità della Giustizia, laddove i Ministri Alfano e Tremonti avevano previsto la riduzione degli organici da 4.700 a 3.000 unità.
3. Nel frattempo oltre 700 giudici di pace in servizio, con quindici anni di esperienza e professionalità acquisite, scadono definitivamente dall’incarico il 31 dicembre prossimo, a cui vanno ad aggiungersi i restanti 1.700 giudici di pace in servizio, in progressivo scadenza nei prossimi due anni, malgrado due rigorose valutazioni positive di professionalità del Consiglio Superiore della Magistratura.
4. I giudici di pace attualmente in servizio hanno definito circa 25 milioni di procedimenti civili, penali ed amministrativi, trattando il 100% delle espulsioni di clandestini extracomunitari, definite immediatamente, ed oltre il 50% degli affari civili, definiti in meno di un anno, a fronte di oltre 5 anni di durata del processo civile dinanzi ai Tribunali, con costi per l’Erario ben 15 volte inferiori a quelli sostenuti per i giudici di carriera: 78.000.000 (78 milioni) di Euro stanziati per i giudici di pace a fronte di 1.261.000.000 (1 miliardo e 261 milioni) di Euro stanziati per i magistrati di carriera, i quali, in aggiunta, godono di contributi previdenziali oltre alle indennità aggiuntive per incarichi giudiziari ed extragiudiziari in Commissioni Tributarie, nella Corte Costituzionale, nel Consiglio Superiore della Magistratura, nel Ministero della Giustizia ed in tutti i principali uffici degli altri Ministeri, nei Gabinetti di Regioni, Province, Comuni e Roma Capitale, ed in enti pubblici vari.
Il Ministro Nitto Palma, con la poco illuminata collaborazione del Sottosegretario Caliendo, intendeva rinunciare ad un tale bagaglio di esperienza, professionalità ed efficienza, licenziando i giudici di pace in servizio, per favorire neo laureati senza alcuna esperienza giudiziaria.
5. Nonostante l’importanza delle funzioni svolte ed i notevoli risultati garantiti, sia quantitativi che qualitativi, i Giudici di Pace operano in una situazione di grave precarietà, sforniti dei più elementari diritti costituzionali (previdenza, maternità, salute, famiglia, etc…); in tal senso, il Consiglio d’Europa ha evidenziato che la stabilità del rapporto di servizio è un presupposto imprescindibile dell’indipendenza, imparzialità ed efficienza del giudice.
6. Né possono essere sottaciute le gravissime disfunzioni degli Uffici del Giudice di Pace determinate dall’insufficienza del personale amministrativo in servizio, “dirottato” nei Tribunali dai dirigenti del Ministero della Giustizia, con ritardi esagerati nella lavorazione dei fascicoli e nella pubblicazione delle sentenze da parte delle cancellerie (in via esemplificativa, a Roma un ricorso spedito per posta viene iscritto a ruolo dopo due anni e la sentenza viene pubblicato dopo altri due anni, per cui un ricorso avverso un verbale emesso il 2008 verrà definito con una sentenza pubblicata il 2013 !!).
7. Senza la normalizzazione e la legalizzazione della condizione della magistratura di pace, si arriverà nei prossimi mesi alla completa paralisi degli uffici ed all’impossibilità di garantire l’assolvimento dei loro compiti istituzionali, con particolare riferimento alla inesigibilità delle espulsioni ed alla improcedibilità dei reati di immigrazione clandestina con gravissime ripercussioni sull’ordine pubblico per l’intero Paese e sulla sicurezza dei cittadini.
Stante la gravità della situazione, lo sciopero è stato indetto per la durata massima consentita dal codice di autoregolamentazione e con riferimento a tutte le attivita’ dei giudici di pace
Il Presidente Nazionale Il Segretario Generale
Gabriele Longo Alberto Rossi