L’unione Nazionale dei Giudici di Pace ha presentato un esposto alla Commissione Europea ed all Corte di Giustizia Europea ai sensi degli articoli 258 e 260 del Trattato di funzionamento dell’Unione Europea per grave violazione, da parte dell’Italia, del diritto comunitario.
Con la sentenza O’Brien del 2012 la Corte di Giustizia ha sancito il diritto dei magistrati onorari britannici alla pensione ed alla correlata tutela previdenziale.
Malgrado la sentenza della Corte Europea sia vincolante per tutti gli Stati dell’Unione Europea e malgrado il Ministro della Giustizia Orlando ed il Capo del Governo Renzi, nel marzo scorso, siano stati diffidati a darne attuazione, incredibilmente il Governo Italiano persiste nel rifiutare di versare i contributi previdenziali in favore dei giudici di pace, in aperta violazione del principio di non discriminazione previsto dalle direttive comunitarie sul lavoro a tempo determinato ed a tempo parziale.
In particolare la Corte di Giustizia Europea, nella sentenza O’Brien, ha stabilito che i magistrati onorari, laddove svolgano le stesse attività dei magistrati di carriera e siano soggetti all’osservanza degli stessi doveri d’ufficio, esattamente come accade per i giudici di pace, devono essere qualificati come lavoratori subordinati nel settore del pubblico impiego, con applicabilità di tutte le direttive comunitarie in materia.
Viepiù lo Stato Italiano ha violato, nei confronti dei giudici di pace, il divieto di reiterazione abusiva di rapporti a tempo determinato, con la conseguenza che, sempre sulla base dei principi vincolanti stabiliti dal diritto comunitario, il Governo Italiano ha l’obbligo di convertire il rapporto di lavoro dei giudici di pace in rapporto a tempo indeterminato, riconoscendo loro gli stessi diritti e le stesse tutele previste per i magistrati di carriera o per i dipendenti dello Stato in generale.
Se la Commissione Europea e la Corte di Giustizia Europea rileveranno che, da parte del Governo Italiano, c’è stata infrazione al diritto comunitario, L’Italia verrà sottoposta a pesanti sanzioni, come giù successo per i precari della scuola ed in altri settori del pubblico impiego.
Roma 6 novembre 2015.
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Maria Flora Di Giovanni Alberto Rossi
(Presidente Nazionale) (Segretario Generale)