Per poter iscrivere a ruolo una causa o per la notifica di un atto, gli avvocati e i praticanti di Roma devono iniziare la loro giornata dalla mattina presto con la distribuzione dei famigerati numeretti per la gestione della fila; e questa è routine quotidiana presso gli uffici del Giudice di Pace a Roma.
Ma quello che preoccupa enormemente è il certo aggravarsi della situazione, grazie alla riforma del codice di procedura civile che ha sia aumentato il valore delle cause per cui è valida la competenza del Giudice di Pace e sia per la nuova competenza esclusiva come dal testo della riforma del processo civile.
Inoltre, come se tutto ciò non bastasse, si deve aggiungere anche la trattazione del reato di immigrazione clandestina fatto rientrare nelle competenze del Giudice di Pace dal decreto sulla sicurezza approvato la scorsa settimana dal Senato.
Sia per i Giudici di Pace di Roma sia per i professionisti, che trattano cause presso il gdp di Roma, l’aumento delle pratiche si può stimare, al ribasso, di circa il 50%.
A questo aumento previsto di cause, e quindi di lavoro, i Giudici di Pace chiedono il riconoscimento delle tutele previdenziali e retributive, l’aumento del personale amministrativo di supporto e una maggior distribuzione territoriale. A tal scopo l’Associazione nazionale giudici di pace e Unagipa hanno indetto uno sciopero di 7 giorni, dal 13 al 19 luglio prossimi.
Nel frattempo giungono possibili soluzioni dal Ministero come la ricezione dei ricorsi alla poste tipo “bolletta”, ma poi chi gestirà le pratiche fisicamente se il personale rimane sempre lo stesso?